Investire in sanità: come valutare nuovi progetti per il tuo centro medico
Stai pensando di ampliare il tuo studio? Vorresti acquistare un nuovo macchinario per migliorare o ampliare la gamma di prestazioni offerte? Non sai se assumere un nuovo dipendente o iniziare una collaborazione con un determinato specialista? Ti è capitato di domandarti se rende di più una stanza di 30 mq o due stanze di 15 mq?
Scopriamo insieme come valutare un investimento nel settore sanitario.
Si sa: le risorse di un centro medico sono limitate e i possibili investimenti che un proprietario o un dirigente di una clinica deve valutare possono essere di diversa natura.
Una volta identificati i servizi specialistici o diagnostici su cui si sta valutando l’investimento, questi sono i 5 step fondamentali da seguire per decidere in modo consapevole quale investimento effettuare:
1: Analizza i competitor
Il primo passo consiste nell’identificare correttamente i propri competitor e per farlo puoi tenere in considerazione questi fattori principali:
Area geografica
La prima cosa da tenere a mente è che i tuoi competitor non sono tutti i centri medici della tua città o del tuo paese. È importante limitare il bacino dei potenziali concorrenti sulla base di alcune semplici considerazioni: ci sono prestazioni per cui i pazienti tendono a ricercare specialisti o centri diagnostici a una distanza non superiore ai 30 km dalla propria abitazione; altre per cui si è disposti a percorrere distanze maggiori; in altri casi ancora, grazie alle innovazioni introdotte dalla telemedicina, l’area geografica di riferimento può essere considerata anche l’intero territorio nazionale.
Analisi dei servizi offerti
Per determinare se un altro centro medico rientra tra i propri competitor è indispensabile conoscere in dettaglio i servizi che offre al paziente e stabilire quanto sono sovrapponibili con la propria offerta. Anche con semplici ricerche su Google, su directory specializzate o analizzando le recensioni online, puoi collezionare informazioni preziose come, per esempio:
- Prezzo medio delle prestazioni
- Personale medico o paramedico in forza
- Tecnologie e attrezzature utilizzate
- Presenza sul web e reputazione online tramite le recensioni
Punti di forza e punti di debolezza tuoi e dei competitor
Se identifichi aree di eccellenza nei competitor, puoi cercare di integrarle nella tua offerta, così come puoi sfruttare, invece, le debolezze identificate per evitare di commettere gli stessi errori e per fare meglio, creandoti un vantaggio competitivo.
2: Studia il target
Corre l’anno 2025 e ormai ogni realtà imprenditoriale dispone di una mole di dati mai vista prima. Imparare ad analizzare i dati e trarne informazioni rilevanti a supporto delle decisioni strategiche è sempre stato fondamentale.
Il primo passo da compiere consiste nell’individuare e catalogare le fonti di dati interne: le cartelle cliniche elettroniche, i sistemi di prenotazione e fatturazione, i dati collezionati dal CRM e così via. Tutto ovviamente in conformità alle normative previste dal GDPR.
Da qui gli utilizzi che ne puoi fare sono molteplici:
- definire piani e promozioni adatti a massimizzare la redditività del tuo investimento;
- segmentare e profilare i pazienti per definire una politica di prezzi capace di massimizzare il fatturato;
- identificare la stagionalità di determinate prestazioni, il ciclo di vita di un paziente, o la correlazione tra servizi offerti.
3: Analizza costi e flussi di cassa
Qualsiasi sia l’investimento che stai valutando di fare ( acquisto di apparecchiature diagnostiche, ristrutturazione dei locali, formazione del personale, ecc.) è importante analizzare i costi iniziali e i costi operativi ricorrenti, determinando anche i relativi flussi di cassa per evitare di ritrovarsi a corto di liquidità in momenti chiave.
I costi iniziali devono essere stimati nella loro totalità. Se acquisto un macchinario non posso considerare solo il suo prezzo di listino: ci saranno costi di installazione e messa in opera, costi di licenza e permessi, costi di comunicazione e formazione del personale. I costi operativi ricorrenti sono tutti quei costi che dovrai sostenere nel tempo per far generare valore al fattore produttivo sul quale stai valutando l’investimento: costi legati al personale, costi di manutenzione e pulizia, ad esempio.
Ricorda che molti investimenti in beni materiali, formazione e assunzione di personale danno diritto a crediti d’imposta. Trovi questo nostro approfondimento sul tema per saperne di più!
4: Calcola il ritorno sull'investimento
Il ritorno sull’investimento (ROI, Return On Investment) è un indicatore fondamentale da stimare (e poi monitorare) per valutare quale fattore produttivo scegliere. L’indice ROI si calcola facendo il rapporto tra il reddito netto generato dall’investimento (Ricavi totali - Costi totali) ed il costo totale dell’investimento: maggiore sarà l’indicatore, migliore sarà stata la tua scelta di investimento!
Se vuoi calcolare il Ritorno sull’investimento dell’acquisto di un CRM, per esempio, puoi utilizzare il nostro calcolatore ROI gratuito.
5: Confronta e scegli il tuo investimento
Facciamo un esempio pratico per spiegare meglio questo punto.
Il cardiologo che collabora con il tuo studio una volta a settimana da circa 3 mesi ha sempre l’agenda piena e gode di un’ottima reputazione online grazie alle recensioni positive dei suoi pazienti. La fascia d’età over 60 rappresenta la % maggiore di pazienti che hanno svolto visite nel tuo studio negli ultimi 6 mesi. L’ECG di nuova generazione che hai individuato sarebbe l’unico nell’area geografica di tua competenza. Allo stesso tempo le visite ortopediche presso il tuo centro sono in forte calo. Hai identificato un ortopedico giovane ma già autore di diverse pubblicazioni importanti che potrebbe rilanciare questo segmento. Valutiamo insieme le due scelte per stabilire come scegliere l'investimento ottimale.
In conclusione, il mio consiglio è anche quello di valutare più scenari e considerare l'opzione di investimenti combinati: cosa accadrebbe se introducessi il pagamento anticipato dell’ECG? Potrei ridurre i tassi di no-show del 10% e recuperare un altro 10% del totale ricavi a titolo di penale?
Laureato in Amministrazione, Finanza e Controllo presso l'Università Bocconi e con un master in Business Data Analysis, oggi è Head of Finance di MioDottore - Docplanner Group.