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Gestione

11 dic 2025

Prevenzione: perché gli MMG hanno un ruolo cruciale

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Piercarlo Salari

Negli ultimi decenni il baricentro della medicina è cambiato. Se per millenni il medico si è occupato soprattutto di chi era già malato, oggi alle cure primarie viene chiesto molto di più: intercettare il rischio prima ancora dei sintomi.

Non si tratta solo di un’evoluzione culturale; i dati ci ricordano quanto la prevenzione possa incidere sul carico di malattia: fino all’80% degli eventi cardiovascolari, ictus e diabete potrebbe essere evitato intervenendo sui fattori di rischio modificabili, così come il 40% dei tumori.

Eppure, una parte molto ridotta della spesa sanitaria è destinata alla prevenzione, pur essendo quest’ultima un investimento che può generare ritorni fino a venti volte superiori.

In questo scenario, il ruolo del MMG è tutt’altro che accessorio: è cardinale. Nel prosieguo di questo articolo spiegherò il perché.

Prevenzione: un mandato professionale per i MMG

La prevenzione non è un “di più”, né una pratica facoltativa: è un vero e proprio mandato definito su tre piani.

1. Costituzionale

L’articolo 32 della Costituzione tutela la salute come diritto individuale e interesse collettivo. È qui che la prevenzione trova piena legittimità: promuovere la salute è un compito pubblico, tanto quanto curare.

2. Normativo

Nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e nel Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020–2025, il MMG è indicato come figura chiave nella promozione degli stili di vita, nella gestione del rischio individuale, nella partecipazione ai programmi di screening e vaccinazione e nel raccordo con i Dipartimenti di Prevenzione.

Gli Accordi Collettivi Nazionali e la loro declinazione regionale (AIR) sanciscono compiti ben chiari: coinvolgimento attivo negli screening, campagne vaccinali, presa in carico proattiva dei pazienti fragili, attività di counselling e educazione sanitaria. In alcune Regioni, sono previsti indicatori dedicati e forme di incentivazione.

3. Deontologico

Il Codice di Deontologia Medica parla chiaro: prevenire rischi per la salute individuale e collettiva è parte integrante dell’agire professionale. Non un’opzione, quindi, ma un dovere.

Dove fanno la differenza i MMG

L’esperienza dimostra che il coinvolgimento attivo del MMG aumenta in modo significativo l’adesione ai programmi, in particolare nelle fasce più vulnerabili. 

La pratica quotidiana del medico di famiglia, in effetti, attraversa tutte le fasi della prevenzione:

Prevenzione primaria

  • promozione degli stili di vita salutari
  • educazione sanitaria individuale e di comunità
  • vaccinazioni

Prevenzione secondaria

  • screening oncologici organizzati (mammella, cervice uterina, colon-retto)
  • diagnosi precoce in pazienti a rischio
  • identificazione e attivazione dei percorsi territoriali

Strumenti organizzativi: dalle AFT al ruolo dei Dipartimenti di Prevenzione

Il DM 77/2022 ha ridisegnato l’architettura delle cure primarie, introducendo un modello più integrato e territoriale. Nel contesto di questo approfondimento, le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) - di cui abbiamo parlato più approfonditamente in questo articolo - mirano a:

  • favorire standard condivisi
  • migliorare la continuità assistenziale
  • rendere più omogenea l’offerta preventiva sul territorio
  • agevolare il raccordo con Dipartimenti di Prevenzione e Servizi di Igiene

Monitoraggio: perché serve una governance orientata ai risultati

La prevenzione richiede valutazione continua. Ministero della Salute, AGENAS e Osservatorio Nazionale Screening monitorano costantemente:

  • copertura
  • qualità dei programmi
  • criticità territoriali
  • flussi informativi
Il Piano Operativo Nazionale Screening 2023–2027 definisce indicatori uniformi e strumenti per rendere più efficaci gli interventi sul territorio. Questi meccanismi di valutazione consentono di individuare le criticità territoriali, ottimizzare i flussi informativi e migliorare il raccordo tra MMG, Dipartimenti di Prevenzione e Servizi di Igiene e Sanità Pubblica.

A supporto del lavoro clinico, le linee guida ISS e i materiali EpiCentro offrono protocolli, modelli di counselling e strumenti di comunicazione utili nella pratica quotidiana.

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Piercarlo Salari

Sull'autore

Piercarlo Salari

Medico e divulgatore medico scientifico

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