Dermatologia e strumenti digitali: un connubio sempre più indissolubile?

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Come nel caso di altre aree del mondo healthcare, le sfide degli ultimi anni hanno accelerato nettamente l’innovazione tecnologica nella dermatologia, con il risultato di accrescere anche la collaborazione con i pazienti e la ricerca di nuovi modelli di cura per le malattie della pelle. Vediamo come e perché, in questo articolo.

Dermatologia e tecnologie: cos’è cambiato e perché?

Il vero spartiacque nel rapporto tra dermatologi e tecnologie digitali è stato sicuramente il Covid-19. I dermatologi, infatti, hanno rapidamente adattato il loro approccio per aiutare e supportare i pazienti durante il periodo di pandemia e, come spesso accade, uno sviluppo tecnologico avvenuto per pura necessità si è trasformato in un nuovo standard, destinato a lasciare un segno nella dermatologia dei prossimi anni. 

Una recente ricerca della American Academy of Dermatology mostra, ad esempio, un incremento nell’uso della teledermatologia, al punto che ben il 96.9% dei dermatologi americani continua a usarla tutt’oggi (mentre l’uso di questo strumento tecnologia si limitava al 14% nel periodo pre-Covid).

L’avvento della “consumer tech” nella dermatologia

Dall’acne ai tumori della pelle, le malattie dermalogiche sono molto comuni: due persone su tre hanno sofferto almeno una volta nella vita di una malattia o un disturbo della pelle, secondo la British Skin Foundation

Ciò ha reso il campo della dermatologia un terreno fertile per la “consumer technology”, ma di cosa parliamo esattamente? Consumer technology (spesso abbreviato in “consumer tech”) è un termine generico che viene di solito applicato a tutte le tecnologie designate prevalentemente all’uso del grande pubblico.

Nel campo della dermatologia, oggi molti pazienti adulti hanno la possibilità e il potenziale tecnologico per cogliere, registrare e condividere col proprio dermatologo i cambiamenti della loro pelle e infatti delle versioni semplificate per cellulare di body imaging stanno rendendo questo fenomeno ancora più prevalente.

Ciò naturalmente è utile sia per una comunicazione rapida tra paziente e dermatologo ma, più in generale, per favorire prevenzione e, qualora necessario, cure o accertamenti più tempestivi. 

App dedicate alla dermatologia: nuovi protagonisti all’orizzonte

Nell’arco degli ultimi tre o quattro anni, è nato un numero sempre maggiore di app che aiutano l’utente nella prevenzione e identificazione dei tumori della pelle e altri disturbi e patologie.

App come Miiskin, UMSkinCheck, MoleScope e SkinVision sono emerse di recente, e permettono agli utenti di analizzare la propria pelle con il semplice ausilio di uno smartphone e degli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale.

Alcune app inviano delle fotografie al dermatologo, altre invece forniscono un feedback istantaneo all’utente e altre cose, più improntate alla prevenzione, offrono promemoria per controllare la propria pelle e per prenotare la prossima visita dermatologica. 

Più in generale, possiamo ricollegare il sempre maggior successo di questo tipo di app, ancora una volta, al Covid-19 e al bisogno, per pazienti e medici, di poter comunicare rapidamente e in tempo reale nonostante le restrizioni e le distanze. In fondo, la tele-dermatologia altro non è che uno “spin-off” della telemedicina e dei suoi strumenti.

Un esempio più generale (ma valido anche per i dermatologi) è quello dei sistemi di chat e messaggistica per specialisti della salute, grazie ai quali il paziente può inviare domande, risposte, certificazioni ma anche referti e immagini al medico in maniera sicura e protetta. 

Fin dall’inizio della pandemia, per esempio, MioDottore ha sviluppato e potenziato il proprio sistema di chat e messaggistica e il successo presso pazienti e medici è stato enorme proprio per la possibilità offerta agli specialisti di avere un’interazione più completa e veloce col paziente in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo.

Dermalogia e diagnosi con l’AI

Premesso che naturalmente siamo lontani da un'affidabilità totale (anche perché parliamo di strumenti che non hanno la qualità e la risoluzione di quelli professionali ad hoc) l’idea di consentire a chiunque di scattare una foto della regione della propria pelle interessata da una presunta patologia o da un disturbo con il proprio smartphone, e di identificare successivamente la patologia grazie all'intelligenza artificiale (o “AI”, appunto) è senza dubbio qualcosa di rivoluzionario.

Ciò non è “risolutivo” per lo specialista, ma sicuramente lo aiuta già prima della visita a farsi un probabile quadro di quello che potrebbe essere il problema del paziente, e non è poco.

 

Dermatologia e tecnologie digitali: effetti positivi per il paziente e “dermatologi del futuro”

 

Sicuramente, sarebbe proprio il paziente il primo beneficiario della ”dermatologia del futuro”: 

  • un sistema di prima diagnosi basato sull'intelligenza artificiale ha un livello di affidabilità mediamente più alto di quello che potrebbe fare il paziente con una ricerca su internet. Naturalmente non immaginiamo che il paziente si sostituisca al professionista sanitario con l’ausilio di un’app, però sicuramente un uso condiviso di questo strumento da parte del medico e del paziente potrebbe servire a ridurre i tempi delle liste di attesa per i pazienti (a seconda della gravità del potenziale disturbo identificato) e anche la vera e propria diagnosi in sede. 
  • Il dermatologo, con l’ausilio del paziente stesso, avrebbe un ottimo strumento per chiedere e ottenere feedback dal paziente e ciò lo aiuterebbe anche a monitorare le reazioni e gli effetti delle terapie in tempo reale. 
  • Un paziente più informato e proattivo è, in generale, un paziente migliore e più consapevole per il proprio medico. 

In definitiva, già al giorno d’oggi la tecnologia informatica e digitale aiuta molti dermatologi a seguire i protocolli e suggerire possibili test clinici, tuttavia il “dermatologo del futuro” avrà la possibilità di ottenere un quadro molto più completo della salute del paziente