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Quanti sono i medici di famiglia in Italia e perché dovremmo preoccuparci

Scritto da Sandra Fratticci | ott 09, 2023

Tutti i numeri della carenza di medici di medicina generale in Italia, le difficoltà e le opportunità, anche digitali, per far fronte all’emergenza.

I medici di medicina generale sono figure centrali per la tutela della salute e dell’accesso egualitario al Servizio Sanitario Nazionale, che per primi hanno contribuito a costruire. La presenza capillare sul territorio e il rapporto fiduciario con i pazienti sono caratteristiche uniche e distintive della medicina generale delle quali non si può fare a meno per affrontare le sfide presenti e future della sanità italiana, a partire dall’invecchiamento della popolazione e dalla conseguente esigenza di potenziare la gestione delle cronicità.

A questa centralità non corrisponde, tuttavia, un adeguato riconoscimento. I numeri relativi a questa branca e la forte carenza di medici di famiglia mostrano tutta la gravità di una crisi che, se non adeguatamente gestita, rischia di mettere in discussione la stessa esistenza del Servizio Sanitario Nazionale per come lo abbiamo conosciuto finora.

 

Quanti sono i medici di famiglia in Italia

Secondo il Rapporto Agenas sulla Medicina Generale in Italia nel 2021 erano attivi 40.250 medici di famiglia, oltre 2.000 in meno rispetto al 2019. Diminuzione che ha riguardato anche i pediatri di libera scelta, passati da 7.408 a 7.022.

Stando ai Dati Eurostat riferiti al 2020 l’Italia è il secondo paese in Europa per numero di medici, ma se guardiamo al numero di medici di famiglia per 10.000 abitanti il nostro paese scende al 17° posto. In Portogallo e Irlanda ne hanno, rispettivamente, 29,2 e 18,8. L’Italia 8,4, mentre i pediatri di libera scelta sono 2,8.

 



Occorre inoltre considerare un primato non rassicurante detenuto dal nostro paese: il 54% dei medici di età pari o superiore a 55 anni. Tra i medici di medicina generale la quota di professionisti con oltre 27 anni di anzianità è pari al 75%. In 5 regioni i MMG più anziani superano l’80%: Calabria, Molise, Campania, Sicilia, Basilicata.
Non sorprende che per far fronte a questa emergenza il Governo con il decreto Milleproroghe abbia prorogato al 31 dicembre 2026 la possibilità per medici di medicina generale e pediatri di libera scelta di restare in servizio fino al compimento dei 72 anni.

Le statistiche, dunque, ci restituiscono un quadro in cui i medici di famiglia sono sempre meno, con un'età media alta e con un carico di lavoro sempre più pesante. Ciò è ancora più evidente se si considera il numero di pazienti che ciascun medico medico di famiglia è chiamato ad assistere.

Quanti pazienti può avere un medico di famiglia


L’Accordo Collettivo Nazionale individua il rapporto ottimale in 1 a 1.000, ovvero 1 medico di medicina generale ogni 1.000 abitanti di età superiore a 14 anni, con una variabilità del 30%. Lo stesso accordo stabilisce che un medico di famiglia, salvo eccezioni, non può avere più di 1.500 pazienti.

Qual è la situazione a livello nazionale? Secondo in rapporto Agenas ogni medico di medicina generale ha in media 1.237 pazienti:

  • 1.326 in media al Nord
  • 1.159 al Centro
  • 1.102 al Sud

A causa della carenza di MMG i massimali sono stati progressivamente innalzati, al punto che il 42,1% dei medici di famiglia ha più di 1.500 pazienti. Quella che dovrebbe essere un'eccezione riguarda in realtà:

  • un medico di famiglia su tre in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Lazio
  • più di un Mmg su due in Campania, Valle d’Aosta, Veneto
  • quasi due su tre nelle Provincie Autonome di Bolzano e Trento e in Lombardia

 

Carenza medici di famiglia: quanti ne mancano?

La Fondazione Gimbe ha presentato nel maggio 2023 un ampio rapporto dedicato a quella che viene definita una vera e propria emergenza legata alla carenza di medici di famiglia in Italia.
Secondo le stime della Fondazione al 1° gennaio 2022 in Italia mancavano 2.876 medici di medicina generale, con situazioni particolarmente critiche nelle regioni del nord e in Campania.

A partire dai dati, vengono analizzate le ragioni di questo fenomeno che vengono così sintetizzate da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione: “La progressiva carenza di medici di medicina generale consegue sia ad errori di programmazione per garantire il ricambio generazionale, in particolare la mancata sincronia per bilanciare pensionamenti attesi e finanziamento delle borse di studio, sia a politiche sindacali non sempre lineari.”

 

 

Un'emergenza destinata a peggiorare: l’Enpam stima che entro il 2031, e considerando l’età di pensionamento a 70 anni, andranno in pensione circa 20.000 medici di medicina generale. Già nel 2025, secondo le proiezioni Agenas, il saldo negativo tra numero di MMG in uscita e in entrata, genererà una carenza di 3.632 medici di famiglia. Per far fronte al ricambio generazionale a partire dal 2021 è stato aumentato il numero di borse annue per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, tuttavia ci si aspetta che solo il 50% dei posti rimasti vuoti dopo i pensionamenti verrà occupato.

Nonostante il progressivo calo della popolazione il nostro sistema sanitario deve fare i conti, già oggi, con una popolazione sempre più anziana, in cui aumentano cronicità e bisogni di assistenza. La carenza di medici di famiglia genera una desertificazione che, da un lato, lascia orfani milioni di pazienti e, dall’altro, aumenta i carichi di lavoro per i medici rimasti, con un inevitabile abbassamento della qualità dell’assistenza.

Nessuno vuole più fare il medico di famiglia?

La tesi di una presunta crisi vocazionale dei medici di medicina generale viene smentita alla prova dei fatti. Esistono semmai difficoltà oggettive ad esercitare la professione, come sottolineano gli stessi MMG, che risiedono nel numero troppo elevato di assistiti, nella mole di lavoro burocratico che ciascun medico di famiglia deve sobbarcarsi, nel poco tempo che resta a disposizione per l’attività clinica vera e propria.

 



Secondo un’indagine svolta da MioDottore nel marzo 2023 su un campione di 336 MMG in Italia, il 46% dei medici riceve tra le 200 e le 400 telefonate a settimana a cui si aggiunge una mole pari di comunicazioni in forma scritta. In una precedente indagine realizzata nel luglio 2022, 9 MMG su 10 hanno dichiarato di dover sacrificare parte della propria vita personale a favore di quella lavorativa. Non il miglior biglietto da visita per i giovani professionisti che si apprestano a compiere le scelte chiave per la specializzazione e la loro carriera futura.

Le soluzioni per superare l’emergenza

I dati, in conclusione, ci raccontano di una popolazione di medici di medicina generale con età media alta, che presidia territori molto ampi e che si occupa di un numero elevatissimo di assistiti. Una popolazione che, progressivamente e sempre più tardi, andrà in pensione senza la certezza di una piena sostituzione. 

I medici di medicina generale invocano da tempo interventi strutturali che rilancino la medicina territoriale mettendo al centro i bisogni dei pazienti. Nel frattempo cresce la consapevolezza che la digitalizzazione può offrire soluzioni concrete per semplificare le attività quotidiane e garantire una prossimità relazionale con i pazienti. A partire dai sistemi di comunicazione e gestione delle prenotazioni, che alleggeriscono notevolmente il carico di lavoro amministrativo, per arrivare alla telemedicina, fondamentale per il presidio delle aree interne. Nella convinzione che le tecnologie non sostituiranno la relazione medico-paziente, ma permetteranno viceversa di eliminare le attività ridondanti per restituire tempo all’attività di cura.