Con la primavera, le giornate si allungano, le giornate si fanno più calde, gli alberi fioriscono e, purtroppo, le allergie stagionali si intensificano. Scopriamo dunque come aiutare, supportare ed educare in maniera efficace e veloce i pazienti in questo periodo dell'anno.
Per quanto possano sembrare un problema “secondario”, tutti sappiamo le difficoltà che i sintomi delle allergie causano a moltissimi pazienti e, in seconda battuta, a chi deve occuparsi della loro salute e del loro benessere. Ma è possibile fare qualcosa per supportare i pazienti in modo efficiente in questo periodo dell’anno? Sì, ma… C’è qualche difficoltà da tenere in conto: tra queste, un posto di (dubbio) onore è occupato dal “Dottor Google”.
Il problema dell'autodiagnosi: chi si affida al Dottor Google?
Come ben sappiamo, gli utenti del web in generale sono “affamati” di notizie e informazioni, e ciò vale ovviamente anche per la categoria dei pazienti: il problema è che spesso, per “saziare” questa fame di informazioni, i pazienti si affidano a Google, con risultati spesso poco utili, quando non del tutto dannosi.
Secondo un’indagine Censis, circa il 32% degli italiani fa autodiagnosi digitando i propri sintomi su motori di ricerca come Google, senza poi rivolgersi al medico curante. Tra questi, inoltre, 1 su 2 non verifica la veridicità delle fonti
I medici, in effetti, non sono più la fonte esclusiva di informazioni sulla salute e, in particolare, la “concorrenza” arriva dalla rete (Google e social network in primis).
Ciò è vero soprattutto per quei disturbi per cui i pazienti tendono a fare “self-medication”, ossia ad autocurarsi (quantomeno, a provarci, spesso con esiti poco felici) e le allergie (stagionali e non) sono sicuramente tra questi disturbi.
Naturalmente, c’è una differenza sostanziale tra:
La seconda modalità può avere i suoi benefici, in particolare per disturbi di tipo “cronico/stagionale”, ma deve sempre e comunque avvenire dopo un consulto con il proprio medico curante e, se quest’ultimo lo ritiene opportuno, con uno specialista, ad esempio un allergologo.
Inoltre, il fatto che il pazienti inizi a curarsi con iniziative autonome, che vanno al di là di un piano terapeutico stabilito con il medico, pone seri interrogativi sulla responsabilità del paziente nell'assicurare che le cure scelte siano davvero funzionali a limitare gli effetti delle sue reazioni allergiche, per esempio, oppure più in generale sulla scelta dei farmaci da usare.
Ne consegue dunque che è necessario informare i pazienti su come affrontare le allergie stagionali e sui giusti passi da compiere: in poche parole, bisogna educarli.
Un medico di medicina generale può fornire diversi tipi di assistenza ai pazienti durante la stagione delle allergie. Ecco i tre principali in cui può aiutare:
Iniziamo a ragionare in maniera un po’ più specifica, dunque, su ciascuno di questi aspetti.
Se i sintomi del paziente sono gravi o non rispondono al trattamento standard, il medico di famiglia può fare riferimento a un allergologo o a un immunologo: se i dati che riceviamo riguardo al numero di prenotazioni per allergologi e immunologi durante il periodo primaverile sono in qualche indicativi di un trend più ampio, allora possiamo dire che, molto spesso, il MMG sa bene quando suggerire al paziente di rivolgersi a uno specialista.
Tutte queste cose saranno già abbastanza chiare e note alla maggior parte dei professionisti che stanno leggendo questo articolo, lo sappiamo: il punto, però, è che come dicevamo prima, non sempre i pazienti hanno le “idee chiare” su come gestire i propri disturbi, a chi rivolgersi, come comunicare eventuali progressi o peggioramenti ecc., ed è qui che entra in gioco il livello davvero cruciale dell’assistenza ai pazienti in questo periodo, ossia quello dell’educazione del paziente.
Uno degli obiettivi per supportare davvero il paziente è quello di educarlo sulle allergie stagionali, spiegando le cause, i trigger comuni, e come evitare il contatto con gli allergeni.
Questo, naturalmente, può essere fatto “faccia a faccia” con ogni singolo paziente che si rivolge a te, ma spesso non basta perché, come detto a inizio articolo, non tutti i pazienti si rivolgono al proprio medico per sintomi allergici o possono avere altre ragioni per essere riluttanti o inconsapevoli delle proprie opzioni.
Tuttavia ci sono diversi mezzi e strumenti per educarli e aiutarli a trovare una soluzione per alleviare i problemi derivanti dalle allergie stagionali, e il primo e più semplice tra questi è internet.
Educare i pazienti utilizzando il web, infatti, può essere un'ottima strategia per fornire loro informazioni accurate, supporto e risorse per gestire la propria salute. Ecco alcuni suggerimenti su come farlo in modo efficace:
Ovviamente, è necessario fare dei “follow-up” e sincerarsi che il paziente stia seguendo la terapia prescritta, che i sintomi si siano attenuati, o anche solo sapere se poi si sia rivolto allo specialista suggeritogli.
Tuttavia, quando i pazienti sono molti, diventa difficile farlo di persona o via telefono: peggio ancora, spesso sono pazienti a scriverti continuamente su WhatsApp o a telefonarti tutti insieme, magari fuori dall’orario di lavoro, per darti aggiornamenti o chiederti qualcosa.
Uno dei modi per continuare a rimanere in contatto con i pazienti per tutta la stagione delle allergie, senza tuttavia accumulare eccessivo stress o perdere tempo prezioso, è quello di usare strumenti di messaggistica ad hoc.
Una soluzione che potresti adottare è quella di usare il sistema di chat e messaggistica di MioDottore, che ti consente di:
In alternativa, puoi acquistare o far installare altri programmi di chat e messaggistica online, tuttavia:
Qualunque sia la tua scelta finale, tieni comunque a mente che i sistemi di chat e messaggistica sono un ottimo compromesso per seguire i tuoi pazienti, secondo i tuoi tempi e le tue priorità e su un canale ad hoc: non male, in un periodo “pieno” come quello primaverile.
In definitiva, supportare ed educare i pazienti durante questa stagione è necessario e può risultare anche più semplice del previsto, per quanto richieda un approccio “olistico” che integri contenuti educativi di qualità con interazione, coinvolgimento e personalizzazione per soddisfare le esigenze e gli interessi dei pazienti.