Burnout nelle professioni sanitarie: perché non dobbiamo sottovalutarlo e come limitarlo
Nel periodo crisi sanitaria più duro degli ultimi decenni, i professionisti del settore si sono trovati maggiormente esposti a condizioni di malessere fisico e mentale. Il problema è molto sentito ancora oggi, ma come si può venire incontro a questa situazione e perché questo settore è quello che tende meno a chiedere aiuto?
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Burnout nelle professioni sanitarie: un dato da non sottovalutare
Nel settore sanitario, e in particolare a seguito dei problemi che molti professionisti hanno affrontato durante e a seguito del Covid-19, cresce sempre più l'attenzione verso la salute mentale, con iniziative mirate a ridurre il rischio di burnout tra i medici e a migliorare il benessere degli operatori sanitari tramite terapie psicologiche e sportelli di supporto psicologico.
Tuttavia, molti professionisti restano ancora riluttanti a chiedere aiuto per i loro disturbi psicologici.i: circa il 40% dei medici tenta di evitare qualsiasi tipo di trattamento per la salute mentale.
Oltre alle misure generali suggerite per prevenire o ridurre l'esaurimento nervoso a livello individuale, come fare attività fisica, seguire una dieta equilibrata, avere un sostegno familiare e mantenere un buon ritmo di sonno/veglia, esistono anche numerose soluzioni a livello organizzativo. Queste includono:
- terapie individuali,
- gruppi di ascolto
- team multidisciplinari per il supporto psicosociale, che offrono zone sicure dove i professionisti possono ritirarsi temporaneamente dalle situazioni stressanti e ricevere il supporto necessario.
L’analisi dei dati: chi è meno propenso a chiedere aiuto
In generale, si stima che circa un medico su tre soffra o abbia sofferto di esaurimento nervoso durante la propria carriera professionale. Questo, naturalmente, può non solo compromettere il benessere del professionista, ma anche influire sulla qualità del proprio lavoro, che è fondamentale per garantire il benessere sia dei pazienti che del medico stesso.
Diverse ricerche condotte negli ultimi anni concordano sul trattamento della salute mentale dei lavoratori del settore sanitario. In uno studio sullo stress e il burnout in ambito sanitario della AMA (American Medical Association) è infatti emerso che, sebbene ci siano professionisti disposti a chiedere aiuto, una parte significativa non lo fa, e questa percentuale è aumentata notevolmente con l'arrivo della pandemia.
Secondo gli studi, solo il 27% dei medici affetti da esaurimento nervoso si rivolge a uno psichiatra o uno psicoterapeuta. Inoltre, tra le categorie più inclini a cercare supporto, si trovano i professionisti dei settori psichiatrico, sanità pubblica, ginecologia, pediatria e anatomia patologica.
Al contrario, i medici più restii a chiedere aiuto provengono da discipline come chirurgia generale, reumatologia, urologia, allergologia e nefrologia.
Burnout e Stress: perché i medici non chiedono aiuto
Cosa si nasconde dietro la riluttanza dei medici a cercare assistenza psicologica? Quando si indaga il motivo per cui i medici non chiedono aiuto, le risposte più comuni riguardano la gravità del disagio psicologico vissuto. Infatti, la metà dei medici ritiene che i propri sintomi non siano abbastanza gravi da richiedere un trattamento o che possano gestire il problema senza un intervento professionale.
Altre motivazioni significative sono legate alla mole di lavoro che grava sul settore sanitario: secondo la ricerca dell'AMA (American Medical Association) citata in questo stesso articolo, più del 39% degli intervistati ha dichiarato di essere sopraffatto dagli impegni lavorativi.
Tuttavia, oggi si osserva un crescente numero di medici che incoraggiano i propri pazienti a cercare supporto psicologico per affrontare ansia, depressione e ogni tipo di disagio psicologico.
Digital health: come la medicina digitale può aiutare ad alleviare lo stress
La medicina digitale, oggi, consente non solo una migliore gestione del lavoro con una conseguente riduzione dello stress. Organizzare meglio prenotazioni, chiamate, messaggi e visite, infatti, allevia notevolmente i sintomi del burnout associato al lavoro.
Con le app gestionali per studi medici e cliniche come MioDottore, ad esempio, è possibile alleggerire e ottimizzare il carico di lavoro del tuo studio. Pensiamo infatti al vantaggio di poter alleggerire problemi quotidiani non da poco:
- Ridurre le chiamate in entrata e gestire le prenotazioni con un solo strumento
- Eliminare o limitare al massimo le visite perse e i ritardi dei pazienti
- Avere la possibilità di usare un software accessibile anche da casa con lo storico dei pazienti a portata di click
- La possibilità di offrire ai pazienti anche consulenze e visite online, via telefono o webcam, evitando di avere la sala d’attesa sempre affollata di pazienti che, in molti casi, potrebbero anche aver solo bisogno di un parere medico che non richiede una visita di persona.
- Utilizzare strumenti di Intelligenza Artificiale con funzioni di raccolta e riepilogo di dati e informazioni forniti dal paziente durante la visite, come ad esempio Noa Notes
E questi sono solo alcuni dei vantaggi che la medicina digitale può offrire a un professionista della salute per aiutarlo a sostenere e diminuire lo stress quotidiano.
Inoltre, la medicina digitale è un ottimo strumento da utilizzare anche per poter prenotare comodamente a distanza una seduta con uno specialista della salute mentale per il trattamento dei sintomi dell’esaurimento nervoso.
Con gli strumenti adatti di medicina digitale, infatti, è possibile anche prenotare sedute a distanza, da sostenere nella comodità della propria casa. Ciò è naturalmente sia un vantaggio per il paziente, che per il medico, in termini di tempo risparmiato e di gestione dello stress lavorativo.
Allontanare i pregiudizi sullo stress lavorativo nel settore sanitario
Sebbene siano stati tanti i progressi legati allo scioglimento dei pregiudizi circa la salute mentale, è necessario fare un passo in più anche per lo stigma associato allo stress lavorativo dei medici, degli infermieri e gli altri professionisti del settore sanitario.
La raccomandazione, naturalmente, è quella di affrontare le sfide imposte dall'emergenza sanitaria e di far lavorare insieme tutte le branche della medicina, quelle che curano il corpo e la mente, incoraggiando anche i medici a cercare un aiuto professionale per poter affrontare il proprio lavoro con serenità.
Ciò, naturalmente, non si riflette solo sulla salute mentale del lavoratore ma anche sulla qualità del lavoro offerto, aiutando i medici a trovare un rinnovato senso di appartenenza e motivazione nel proprio ambiente di lavoro e nella relazione con l’altro, sia questo un collega, un paziente, o la propria famiglia.
Dopo tanti anni all'estero per studio e per lavoro, sono finalmente tornato a vivere in Italia: dal 2017, sono Marketing Specialist e Copywriter. Mi occupo di contenuti online, amo scrivere per diletto personale e sono anche appassionato di letteratura, cinema e musica (da ascoltare e da suonare).