Qual è il carico di richieste che deve gestire oggi un medico di famiglia? E quali sono i processi di gestione più diffusi? Dopo il sondaggio realizzato nel mese di luglio 2022, dal quale erano emerse le difficoltà dei medici di medicina generale, MioDottore ha lanciato una nuova indagine, tesa ad approfondire le condizioni di lavoro dei MMG sotto il profilo amministrativo: dall’impatto delle richieste agli strumenti più utilizzati per comunicare con i pazienti. Il sondaggio, realizzato a marzo 2023, ha coinvolto un campione di 336 medici di famiglia.
Punto di riferimento primario dei pazienti, il ruolo del medico di famiglia quale garante dell’accesso dei cittadini al sistema salute si scontra con la grave carenza di camici bianchi: sono quasi 6mila i medici di medicina generale che sono andati in pensione negli ultimi 10 anni e non sono ancora stati sostituiti. Oggi un medico di medicina generale gestisce in media 1.237 pazienti, ma alcune regioni sono state costrette ad innalzare il massimale oltre i 1.500 assistiti previsti dall’accordo collettivo nazionale.
Con questi numeri qual è l’ammontare di richieste con cui un MMG deve confrontarsi? Dall’indagine è emerso che quasi la metà dei medici di famiglia (46%) dichiara di ricevere tra 200 e 400 telefonate ogni settimana, a cui si aggiungono altre 200-400 comunicazioni provenienti da servizi di messaggistica.
Dato ancor più rilevante è che il 42% dei rispondenti afferma che meno del 30% delle comunicazioni ha carattere clinico e necessita di un intervento diretto da parte del professionista. Aspetto, quest’ultimo, che appare influenzato dai processi di gestione degli appuntamenti adottati dal medico, come si vedrà nel dettaglio di seguito.
Nel dicembre 2022 MioDottore ha promosso una RoundTable in cui sono stati condivisi i punti di vista di medici di medicina generale e pazienti per semplificare il lavoro e favorire l’accesso alle cure. Dal confronto è emerso come l’accesso online delle visite possa rappresentare un punto di incontro in grado, da un lato, di alleggerire la pressione sugli ambulatori e, dall’altro, di offrire ai pazienti uno strumento immediatamente fruibile per facilitare la relazione con il proprio medico. Lo stesso Accordo Collettivo Nazionale, all’articolo 35, comma 6, stabilisce che: “Le visite nello studio medico sono di norma erogate attraverso un sistema di prenotazione, salvo diversa valutazione del medico”.
Qual è, ad oggi, la prassi più diffusa tra i medici di famiglia? La rilevazione effettuata mostra che 1 MMG su 3 ha scelto di affidarsi alle prenotazioni online per velocizzare il processo di presa appuntamento. Il particolare:
Resta tuttavia uno zoccolo duro, composto dal 51% dei partecipanti all’indagine, che gestisce le prenotazioni tramite telefono. Il 16%, infine, non ha un sistema di gestione degli appuntamenti e chiede ai pazienti di recarsi direttamente in studio. Tali pratiche, specie negli studi con numeri elevati di pazienti, possono avere ripercussioni negative in termini di sovraffollamento delle sale d’attesa e, soprattutto, sovraccarico di lavoro sia per il medico che per i collaboratori di studio.
Analizzando la mole di chiamate ricevute dai medici emerge, infatti, che a ricevere più chiamate (oltre 400 a settimana) sono nel 47% dei casi i medici che gestiscono gli appuntamenti tramite telefono. Tale problema viene registrato con minore frequenza (20% dei casi) da chi usa una applicazione specifica per la gestione degli appuntamenti.
Analogamente, i medici che ricevono parecchie richieste che non hanno carattere clinico sono nel 49% dei casi coloro che ricorrono al telefono per organizzare le visite, mentre solo il 12% di chi usa un sistema specifico di prenotazione online registra tale dinamica.
Se i processi di prenotazione sono ancora in gran parte affidati a strumenti tradizionali, si registra invece una decisa apertura all’uso di strumenti digitali per tenere traccia degli appuntamenti. L’agenda online è infatti preferita dal 55% dei medici di famiglia. Il 46%, in particolare, utilizza un’agenda online specifica per medici o un software gestionale di studio. Un ulteriore 9% usa una agenda online generica. Resta legato all’agenda cartacea il 45% dei MMG.
La scelta dei canali digitali è ancor più netta per lo scambio di referti, prescrizioni e documenti con i pazienti: complessivamente il 69% dei medici di famiglia usa le tecnologie informatiche, mentre solo il 31% dei MMG chiede ai pazienti di recarsi in studio per portare in visione o ritirare il cartaceo.
La metà dei rispondenti afferma di scambiare documenti tramite sistemi online come e-mail e WhatsApp che, sulla scia delle pratiche diffuse durante l’emergenza Covid, sono ormai entrati a pieno titolo nella relazione medico-paziente. Un ulteriore 19% utilizza sistemi crittografati e conformi al GDPR, a testimonianza di una crescente sensibilità verso le tematiche legate alla privacy.
Dal sondaggio realizzato a luglio 2022 era emerso che 9 medici di famiglia su 10 sono costretti a sottrarre tempo alla propria vita privata per dedicarlo al lavoro. La nuova indagine ha cercato di approfondire alcuni aspetti del lavoro dei MMG e del rapporto con i pazienti, per indagare possibili aree di intervento, soprattutto sul versante amministrativo.
Dai risultati è emerso che del carico medio di richieste - per quasi la metà dei MMG pari a 200-400 telefonate e 200-400 messaggi ogni settimana - meno del 30% riguarda questioni cliniche. Si registra, inoltre, una correlazione tra il numero di richieste ricevute e i processi adottati per la gestione degli appuntamenti: i medici che usano il telefono per la prenotazione delle visite ricevono più chiamate e in proporzione maggiore si trovano a rispondere a chiamate per le quali non sarebbe necessario un loro intervento.
Si rileva, inoltre, una apertura al digitale decisamente marcata per i processi di condivisione di documenti (69%) e piuttosto diffusa per la gestione dell’agenda (55%), mentre il ricorso a sistemi online per la gestione delle prenotazioni (32%) sebbene più contenuto offre comunque il segnale di un cambiamento in atto. Da sottolineare come l’utilizzo di applicazioni specifiche per la gestione degli appuntamenti, adottate dal 19% dei rispondenti, corrisponde a un minor impatto di richieste, specie per questioni non cliniche:
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un repentino adeguamento della professione a modalità di comunicazione con i propri assistiti evolute e alternative, a testimonianza della volontà dei medici di adottare la tecnologia per gestire al meglio la relazione con il paziente”. Luca Puccioni, CEO di MioDottore nota che se in passato il telefono era la modalità principe per prenotare visite mediche e mettersi in contatto con i professionisti, oggi i canali digitali si stanno affermando come nuova pratica operativa per alleggerire il carico di lavoro dei medici. “In MioDottore siamo fieri di aver contribuito con i nostri strumenti, creati con e per i professionisti della Sanità, alla digitalizzazione della prassi medica. Basti pensare che negli ultimi 3 anni abbiamo registrato un tasso di crescita delle prenotazioni online di visite mediche pari al 652% sulla nostra piattaforma”.
Dati incoraggianti, ai quali si accompagna tuttavia la consapevolezza che c’è ancora molta strada da fare affinché si realizzi una reale transizione tecnologica nel mondo medico. Transizione che, sottolinea Puccioni: “Non può prescindere da un dialogo aperto tra i professionisti, i pazienti e le aziende tecnologiche”. Ed è proprio questo l’obiettivo di MioDottore: “Favorire il coinvolgimento di tutti gli stakeholders del Sistema Salute per continuare a sviluppare soluzioni capaci di rispondere in maniera puntuale ai bisogni reali di medici e pazienti”.