Negli ultimi anni, si parla sempre di più della gestione del rischio clinico e della sicurezza del personale medico e dei pazienti. Proviamo a capire come la telemedicina giochi un ruolo fondamentale in questo scenario.
Cosa troverai in questo articolo:
La telemedicina ha assunto un'importanza crescente nella gestione della salute, in particolare a seguito della crisi sanitaria provocata dalla pandemia di COVID-19 pochi anni fa. La possibilità di offrire cure mediche a distanza tramite tecnologie digitali ha contribuito a migliorare l'accesso ai servizi sanitari e a utilizzare in modo più efficiente le risorse disponibili.
Ovviamente, terminata la pandemia, il mondo della sanità è cambiato e, di conseguenza, alcune delle innovazioni che, giocoforza, sono state introdotte in quel biennio sono rimaste e, probabilmente, sono destinate a permanere.
Tra queste, senza dubbio, la telemedicina e più in generale l'uso degli strumenti digitali in ambito sanitario, come dimostrano i significativi finanziamenti sono stati destinati attraverso il PNRR per promuovere lo sviluppo della medicina digitale, anche se restano ancora da definire e verificare numerosi aspetti, come la responsabilità medica, i fattori umani, l'usabilità, la privacy e la sicurezza informatica.
Tuttavia, l'introduzione della telemedicina comporta sfide legate alla gestione del rischio clinico, un elemento fondamentale per assicurare la sicurezza dei pazienti e mantenere elevati standard di qualità nell'assistenza sanitaria.
La gestione del rischio clinico è un insieme di attività organizzate per identificare, valutare e ridurre i rischi che possono compromettere la sicurezza dei pazienti. Il suo scopo è quello di minimizzare gli eventi avversi e migliorare la qualità delle cure.
Nella telemedicina, questa gestione assume una dimensione diversa rispetto alla medicina tradizionale, poiché comporta l'uso di tecnologie digitali e di comunicazione.
Dunque, sorge spontanea la domanda: come si inserisce la telemedicina in questo scenario?
Una delle sfide più rilevanti della telemedicina è legata alla diagnosi a distanza. L'assenza di un esame fisico diretto può rendere più complessa la raccolta di informazioni dettagliate da parte dei medici, aumentando così il rischio di errori nella diagnosi.
Per questo motivo, è fondamentale che la telemedicina venga applicata in contesti adeguati e supportata da linee guida cliniche specifiche, in modo da affrontare le limitazioni delle valutazioni a distanza.
Inoltre, la telemedicina può migliorare la continuità delle cure, ma allo stesso tempo c'è il rischio di frammentazione e dispersione delle informazioni.
La collaborazione tra diversi specialisti e strutture deve essere ben organizzata per evitare che informazioni importanti vadano perse. Un'integrazione efficiente dei sistemi di cartelle cliniche elettroniche (EHR) può ridurre tali rischi, consentendo una condivisione tempestiva e sicura delle informazioni tra i professionisti della salute.
Di telemedicina si parla ormai da diversi anni e anche noi abbiamo già scritto altrove di questo argomento affascinante e interessante.
Una cosa che non si può negare è che già da tempo la medicina digitale si è insinuata in maniera netta all’interno delle professioni medico-sanitarie: pensiamo alle ricette e ai certificati medici online, alle cartelle cliniche digitali e a tutta la normativa nell’ambito della protezione dei dati dei pazienti, ma anche all’uso di reminder automatici via SMS o email per i pazienti con promemoria delle visite, checklist delle buone norme prima di un dato esame, ecc.
Tutti questi strumenti sono già contemplati all’interno della gestione del rischio clinico e sono spesso ottimi alleati di medici e strutture per minimizzare problemi di gestione e rischi per il paziente.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito all'ascesa di un nuovo strumento di telemedicina che emerge con prepotenza dopo le restrizioni e le cautele rese necessarie dalla crisi in atto: il consulto medico online.
Il motivo è semplice: da una parte, questo strumento di medicina digitale (molto usato da anni in America e in Nord Europa) consente allo specialista di poter seguire anche a distanza quei pazienti che non possono venire di persona in studio o che non necessitano di una visita “face to face”, diminuendo il rischio sia per il paziente (che non ha necessità di esporsi se non può o non ha uno stretto bisogno di una visita di persona) e, contemporaneamente, permettendo al dottore di diminuire il numero di pazienti in sala d’attesa senza, però, compromettere la propria attività professionale.
Inoltre, il servizio può essere erogato non solo tramite telefono, ma anche tramite videochiamata, il che permette al dottore di poter osservare il suo paziente, e di ricevere dati sulla condizione del paziente prima del consulto online.
L’utilizzo della consulenza online, peraltro, è utile anche per contrastare un altro problema che molti studi e cliniche stanno vivendo: non tutti i pazienti hanno necessità o possibilità di presentarsi di persona alla prossima visita. Ciò spesso, crea dei "buchi" nell'agenda di uno studio o di un centro medico, oltre a creare problemi per alcuni pazienti circa la continuità della cura.
Se, invece, si alternano le visite di persona a quelle tramite telefono o videochiamata, si può lavorare - quasi - a pieno regime subendo meno contraccolpi a livello organizzativo ed economico. Di recente, un nostro sondaggio su un campione di 228 studi medici italiani ha evidenziato come circa il 68% dei professionisti che usano MioDottore, oggi, offra sia visite di persona che consulenze online anche allo scopo di avere un’agenda piena in questo periodo.
Non è solo questione di sicurezza, dunque, ma anche (giustamente) di salvaguardare la propria efficienza professionale.
Sicuramente, vale la pena citare:
La telemedicina offre una grande opportunità per il futuro del settore sanitario, ma necessita di un monitoraggio continuo nella gestione del rischio clinico per assicurare cure sicure e di alta qualità ai pazienti.
Solo adottando un approccio integrato, che unisca tecnologie avanzate a efficaci pratiche di gestione del rischio, sarà possibile sfruttare pienamente il potenziale della telemedicina, minimizzando i rischi correlati.