May 30, 2023 11:26:21 AM

Medicina di famiglia e digitalizzazione: così si riduce la burocrazia

Le proposte dei Medici di Famiglia per semplificare i processi e ridurre la burocrazia nell'incontro promosso da MioDottore Connect a Torino.

White Paper  Digitalizzazione, medicina di famiglia e gestione delle cronicità Scarica il White Paper  

 

Semplificare i processi, restituire tempo all'attività clinica, promuovere una prossimità relazionale con i pazienti, in grado di favorire la presa in carico delle cronicità anche nelle aree che scontano maggiori difficoltà. Questi, in sintesi, i temi emersi dall'incontro con i medici di famiglia promosso da MioDottore Connect a Torino il 18 aprile 2023.

Un'occasione di confronto sui temi dell'innovazione digitale in sanità, per condividere prospettive e potenzialità dei cambiamenti in atto e avanzare proposte concrete per migliorare le cure primarie.

 

Accettare la sfida della digitalizzazione per tornare all'attività clinica

Se i medici di medicina generale sono stati tra i primi ad attivare processi di digitalizzazione oggi si richiede un nuovo impegno. Un passaggio obbligato, di fatto già in essere, che permette però di restituire dignità all’attività clinica. 

 

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La carenza di medici di famiglia - diminuiti di quasi 2000 unità dal periodo precedente la pandemia - si accompagna all’invecchiamento della popolazione, generando una situazione in cui i pazienti sono sempre di più e sempre più bisognosi di supporto, ma il tempo per fare il medico è sempre meno.
Oggi un medico di medicina generale riceve in media fino a 800 richieste dai pazienti ogni settimana, ma meno del 30% riguarda questioni cliniche, secondo un’indagine recentemente condotta da MioDottore.

 

 

Sono gli stessi medici a sottolinearlo nel corso dell’incontro piemontese: il 60% dei pazienti si rivolge al medico per le prescrizioni. Se automatizzi questi processi puoi dedicarti al 40% di pazienti che hanno davvero bisogno. 
Puoi programmare gli appuntamenti, dando priorità ai pazienti che hanno una maggiore urgenza.
Puoi condividere le cartelle in cloud. E quando fai parte di una medicina di gruppo con migliaia di pazienti sparsi in valli che distano due ore una dall’altra questo può fare la differenza. Perché quando non ci sei i colleghi possono entrare in cartella e seguire i tuoi assistiti.

La digitalizzazione può liberare tempo per quell’attività di cura oggi troppo spesso sacrificata. 

 

Ridurre la burocrazia, a partire da un sistema gestionale unico

In un’altra indagine è emerso come il carico burocratico rappresenti per il 77% dei medici di famiglia un elemento negativo della professione. Punto sottolineato con forza dai medici intervenuti alla RoundTable: “Lavoriamo per il 60% sulla burocrazia e per il 40% sulla gestione clinica del paziente e sul nostro aggiornamento”. Se un medico di famiglia deve controllare ogni 3 giorni che le decine di piani terapeutici che ha in carico non siano scaduti dove trova il tempo per i pazienti?

Ad acuire le difficoltà ci sono le differenze a livello nazionale, regionale, di Asl: se un paziente cronico di Novara si rivolge a un centro di Milano il suo medico di famiglia non riesce a condividere le cartelle e incontra difficoltà anche per la fornitura dei dispositivi.
Il problema non sono le certificazioni, che i medici di famiglia ritengono parte del proprio lavoro. A togliere tempo alla relazione medico-paziente sono i molteplici canali, con modalità di accesso e procedure difformi. 

 

 

Quello che i medici di medicina generale chiedono a gran voce è una comunicazione uniforme con un sistema gestionale unico. Un sistema che, come sottolineato nei precedenti incontri di MioDottore Connect:

  • garantisca il dialogo e l’integrazione tra le diverse piattaforme, attraverso il cloud
  • sia sviluppato attraverso il confronto con medici e pazienti, per rispondere realmente alle esigenze esistenti
  • tenga conto delle differenze territoriali, sia in termini di distanze, sia in termini di infrastrutture di rete: una copertura di banda scarsa o mal funzionante ostacola i processi di digitalizzazione e semplificazione

 

Telemedicina: un supporto per ridurre le distanze

L'attivazione di percorsi di telemedicina rappresenta un ulteriore strumento in grado di potenziare la sanità territoriale. Anche su questo tema i medici di famiglia sottolineano l'importanza di superare le differenze regionali per approdare ad un sistema condiviso. 

 

 

In una realtà come il Piemonte, dove i MMG sono obbligati a coprire lunghe distanze per raggiungere i propri assistiti, poter contare su un supporto a distanza è fondamentale, specie nella gestione delle cronicità. Supporto che non ambisce a sostituire la relazione medico-paziente, ma è viceversa reso possibile proprio dalla profonda conoscenza e dal rapporto di fiducia che i medici di famiglia hanno con i propri pazienti.

Potenziare il ricorso alla telemedicina significa riuscire a spostare i dati invece dei pazienti, con evidenti benefici in termini di riduzione dei ricoveri e dimissioni ospedaliere precoci.

Garantire l'inclusione dei pazienti

L'utilizzo dei sistemi digitali in medicina di famiglia presenta benefici per gli stessi pazienti, facilitando i percorsi di accesso alle cure. Affinché ciò si realizzi pienamente è necessario tuttavia promuovere percorsi di sensibilizzazione e informazione. Supportare in particolare i cittadini più anziani e i cittadini stranieri, che possono avere maggiori difficoltà ad affrontare il cambiamento. Tenere presente, inoltre, che alcune fasce di popolazione vivono in aree remote dove non c'è alcuna copertura di banda.

 


Se si superano questi ostacoli, se si costruisce un rapporto di fiducia e interscambio reciproco di informazioni, l'innovazione tecnologica può effettivamente semplificare la comunicazione tra medici, pazienti e caregiver. Evitando, ad esempio, che i parenti di persone con malattie invalidanti siano costretti a fare la spola tra ambulatori di medicina generale, Asl e ospedali. Affinché abbiano il tempo e la possibilità di assistere i propri cari.

 

Potenziare il dialogo con le istituzioni 

Sebbene il PNRR recuperi la centralità del medico di famiglia e del paziente è mancato, secondo gli MMG, un coinvolgimento sulle questioni chiave. La principale preoccupazione riguarda la carenza di professionisti sanitari. Emergenza che, nell'opinione dei medici di famiglia, è stata relegata sullo sfondo, concentrando le risorse esclusivamente nella realizzazione delle strutture. 

 

 

Analogamente, sul versante della digitalizzazione, i medici di famiglia segnalano una carenza di dialogo e supporto da parte degli interlocutori pubblici. Affinché l'innovazione si traduca in una reale evoluzione delle cure primarie è necessario attivare sinergie tra tutti gli attori interessati, promuovendo il coinvolgimento attivo dei medici di medicina generale e dei cittadini.

E se tali questioni erano un tempo percepite come astratte, oggi i medici di medicina generale avvertono l'urgenza di definire le giuste coordinate:

"Il futuro non è domani, è già presente. Dobbiamo riuscire nella sfida di superare le difficoltà e dare risposta, anche attraverso la tecnologia, all'assistenza territoriale. Ne va del nostro lavoro, un lavoro che amiamo".

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