Pazienti disabili e con fragilità: “sanità di prossimità” e medicina digitale sono le soluzioni?

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Le persone che soffrono di disabilità rientrano tra i principali fruitori di servizi sanitari, e la cura di questa tipologia di pazienti rappresenta una porzione significativa dei costi per il sistema sanitario nazionale, ma anche una sfida importante per il settore privato.

Cosa troverai in questo articolo?

Sanità di prossimità e telemedicina: aiuti per i pazienti fragili

Questo scenario, oggi, risulta aggravato sensibilmente dalla pandemia su scala nazionale e globale che, oltretutto, allarga le tipiche difficoltà di molti pazienti affetti da disabilità anche ad altre categorie “fragili”, come ad esempio gli anziani e le persone con gravi malattie croniche. 

Seppure non vi sia una soluzione semplice e univoca al problema della cura dei pazienti con disabilità e altre categorie fragili, si affaccia nel mondo della sanità uno strumento - o meglio, un “set” di strumenti disparati - ormai sempre più utilizzato e apprezzato, ossia la telemedicina e in generale la cosiddetta “E-Health” e il concetto di “Sanità di Prossimità”. Ma prima di entrare nel merito di questo argomento, ci teniamo prima a offrire una panoramica sulla terminologia che utilizzeremo nel corso dell’articolo e le sue implicazioni. 

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Cos’è la sanità di prossimità?

Con il termine “sanità di prossimità”, definiamo un sistema di servizi sanitari diffuso in maniera capillare su un territorio, di facile accesso a tutti i pazienti e in grado di fornire assistenza tipo diagnostico, infermieristico e preventivo in breve tempo e con costi contenuti.

Questo termine è in uso ormai da diverso tempo, tuttavia ricorre molto spesso ultimamente, specie in relazione a tematiche come i pazienti anziani o portatori di disabilità o altre fragilità.

Disabilità e fragilità: definizioni e problematiche concrete

Chi può essere considerato come soggetto o paziente “fragile”? E invece, chi è il “disabile”?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “disabilità” è un termine-ombrello, che comprende handicap, limitazione nelle attività e restrizione nella partecipazione. 

Ciò implica la complessità di questa tipologia di paziente fragile o disabile: non è un caso dunque se anche nel mondo istituzionale non mancano proposte e misure per ottimizzare il trattamento del paziente “complesso”: d’altronde è evidente che in media, il paziente italiano è sempre più avanti con gli anni (già oggi gli over 65 sono oltre il 20% della nostra popolazione e continueranno a crescere a livello percentuale nei prossimi anni). Ciò aumenta il carico di problemi di salute e anche di disabilità di molti pazienti, tenendo anche conto che, in media, la metà dei pazienti over 65 assume circa 5 farmaci al giorno e che il numero di pazienti con disabilità o fragilità aumenterà del 70% entro il prossimo decennio. 

Cambiamento dell’approccio terapeutico

Va da sé che la nuova impostazione non proponga più un tipo di approccio medico-paziente che agisca sul classico vettore “malattia → terapia → guarigione” bensì su quello più adeguato di: persona → definizione dei problemi → qualità della vita, in quanto il “prendersi cura” del paziente ha in sé una serie di vantaggi: migliore prevenzione, qualità della vita del paziente e maggior successo delle terapie sul medio-lungo termine. Ed ecco che la telemedicina e la sanità digitale entrano in gioco…

Sanità digitale e telemedicina nel trattamento di pazienti disabili e fragili

La telemedicina può essere utilizzata in diverse modalità e soprattutto, può rivelarsi efficace per una serie di problemi differenti per quel che concerne la cura di persone affette da disabilità, come vedremo a breve. 

Telemedicina per raggiungere i pazienti disabili o fragili in aree remote

Lo sviluppo e l’uso ormai capillare di internet, dei personal computer e degli smartphone ha reso più semplice prendersi cura di pazienti disabili o con difficoltà a spostarsi dal proprio domicilio: negli ultimi anni, la telemedicina è stata usata per fornire assistenza, valutazioni diagnostiche e consulti da parte di molti professionisti della salute a pazienti con questo tipo di problematiche, anche e soprattutto in aree rurali o poco servite.

Diversi studi internazionali, in particolare negli USA, dove circa il 20% della popolazione vive in aree rurali, altamente periferiche o remote, hanno descritto gli effetti benefici di questo tipo di approccio alla telemedicina per aiutare i pazienti con fragilità o disabilità, consentendo peraltro a pazienti che non avrebbero motivo o possibilità di presentarsi in studio di persona di poter comunque consultare il proprio specialista. 

Questo è un dato che assume particolare importanza soprattutto in Paesi con una densità di popolazione inferiore a quella italiana, tuttavia è evidente che anche nel nostro Paese esistano aree ben poco servite e collegate sotto il profilo dei mezzi di trasporto pubblico, e considerando che una parte cospicua di pazienti fragili è di età avanzata e dunque non guida/non può più usare l’auto, assume una rilevanza crescente anche alle nostre latitudini.

paziente anziano e fragile utilizza la telemedicina per farsi assistere dal suo dottore

Medicina digitale e comunicazione: videoconsulenze e check-in online

Il problema della recente pandemia ha reso molto più importanti, come abbiamo analizzato anche altrove su questo Blog, metodi alternativi di raggiungimento dei pazienti impossibilitati a raggiungere studi medici, centri e ospedali. In particolare, gli strumenti di telemedicina più importanti per proteggere e raggiungere pazienti fragili, a rischio e/o portatori di disabilità da un lato, e specialisti dall’altro, sono finora stati due:

  • Consulenze Online
  • Check-In Online e altri questionari pre-visita telematici

Già all’indomani della pandemia, l’Organizzazione Mondiale per la Salute raccomandava particolare cura per i pazienti disabili, doppiamente svantaggiati dalle restrizioni anti-covid, e per i pazienti con patologie pregresse, più a rischio di sviluppare complicanze gravi e, tra i sistemi raccomandati, c’era anche l’uso di strumenti tecnologici per raggiungere a distanza i pazienti di questa tipologia

D’altronde, fin dall’inizio della pandemia, anche noi di MioDottore abbiamo sviluppato e messo a disposizione degli specialisti che avevano attivato Premium una serie di strumenti di telemedicina, in primis le consulenze online, che hanno riscosso enorme successo presso pazienti e specialisti, con oltre 8000 specialisti che l’hanno adottata come metodo alternativo per raggiungere i loro assistiti. Molti di questi, in effetti, erano pazienti che avrebbero corso seri rischi, difficoltà e preoccupazioni potendosi affidare solo alle visite “di persona”: pazienti anziani, disabili o fragili che rischiavano di compromettere o quantomeno rallentare i loro percorsi terapeutici. 

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I questionari online: un modo per aiutare il paziente fragile prima della visita

Inoltre, è bene citare anche l’uso di questionari online come metodologia che permette agli specialisti di comprendere al meglio i bisogni e le condizioni dei pazienti, specie quelli con necessità particolari: conoscere tali precondizioni o problemi consente infatti allo specialista di attrezzarsi al meglio per questa tipologia di assistito o, se utilizza consulti telefonici o via PC, proporre quest’ultimo tipo di alternativa alla visita di persona 

Uno dei primi e più interessanti esempi sotto questo punto di vista è stato è il St. John Hospital in Gran Bretagna, che ha già implementato un sistema di questionari digitali per i pazienti, per poter eventualmente indirizzare chi soffre o potrebbe soffrire di malattie infettive presso le strutture adeguate ed evitare situazioni potenzialmente dannose per il proprio staff e i propri dottori e per sapere in anticipo eventuali difficoltà del paziente prima della visita.

Anche in questo caso, abbiamo ricevuto ottimi feedback dal nostro sistema di Check-In Online, perfezionato ulteriormente durante la pandemia proprio per venire incontro alle nuove problematiche. 

Ma se queste sono alcune delle innovazioni della medicina digitale, esse non sono le uniche che stanno emergendo per la cura di pazienti disabili e fragili, come vedremo presto…

Tecnologie mediche e disabilità: sperimentazioni in atto

Esistono soluzioni di sanità digitale già in uso o in sperimentazione, ad esempio una tecnologia di semplicissimo utilizzo: si tratta di un dispositivo posizionato sotto al letto di un paziente fragile per

migliorare gli standard della cura: il dispositivo monitora la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la presenza nel letto e i movimenti del paziente, generando veri e propri “allarmi” per parametri preimpostati o per apnee, tachicardie, bradicardie, ecc. 

Tale dispositivo è stato recentemente testato su circa 830 pazienti con disabilità e fragilità, in particolare in situazioni post-intervento, e ha ottenuto risultati incoraggianti sia per quanto riguarda la qualità delle cure che per la prevenzione di problematiche di questi pazienti, come ad esempio il rischio di cadute, diminuito del 50%, le ulcere da pressione, ridotte del 64%.

In generale, questi sistemi sono in grado di fornire ai medici dei promemoria inviati sugli  smartphone. Inoltre i sensori del letto, a cui sono collegati i dispositivi, sono in grado di rilevare il movimento del paziente con basso grado di movimento, segnalandolo in modo proattivo  e automatizzato allo specialista che si occupa del paziente, per scongiurare la potenziale formazione di ulcere da pressione o altre patologie simili. 

Esistono anche dispositivi molto simili, con cui può essere eseguito uno screening delle apnee notturne, spesso causa di aritmie silenti, ipertensione, ictus notturni, scompenso cardia, apnee: tutte condizioni molto più frequenti nei pazienti fragili e disabili.

Verso una sanità di prossimità: la strada continua

Tutti questi dispositivi di telemedicina (e molti altri) sono parte di quella che sta sempre più trasformandosi in sanità di prossimità, che non si sostituisce del tutto a quella prettamente domiciliare o alla visita in ospedale, in clinica o in studio, bensì le integra e, soprattutto, offre opportunità alternative e spesso molto efficaci di cura e monitoraggio per il paziente disabile o fragile. Come si svilupperà nei prossimi anni questo “concept”?

 Non ne siamo ancora certi, ma una cosa è sicura: siamo appena all’inizio, ma la telemedicina è qui per restare.

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